Pubblicato su “Il gazzettino” il 12.03.2019

Operazione Camaleonte, il più grosso colpo inferto alla criminalità organizzata a Nordest. E’ la clamorosa operazione scattata oggi in diverse province del Veneto. Trentatré ordinanze di custodia cautelare nel clan dei cutresi sono in corso di esecuzione dall’alba contro appartenenti ad un’organizzazione criminale di matrice ‘ndranghetista operante in Veneto da parte dei Carabinieri del Comando provinciale di Padova e dei Finanzieri del Comando provinciale di Venezia a seguito delle indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia. Le accuse sono gravissime: associazione per delinquere di stampo mafioso (articolo 416 bis del codice penale), estorsione, violenza, usura, sequestro di persona, riciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Le forze dell’ordine hanno eseguito una cinquantina di perquisizioni, fra Treviso, Vicenza, Padova, Belluno, Rovigo, Reggio Emilia, Parma, Milano e Crotone. Le indagini, partite alla fine del 2015, sono relative alle infiltrazioni nel tessuto economico portate avanti in questi anni dalla criminalità legata al clan dei cutresi. Sono stati eseguiti anche numerosi sequestri, per un valore complessivo di 20 milioni di euro.

IL CLAN – LA COSCA GRANDE ARACRI
Il clan di riferimento che operava in Veneto è la ‘ndrina Grande Aracri, una cosca malavitosa o ‘ndrina della ndrangheta calabrese che opera a Cutro, in Calabria, al nord, in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e all’estero in Germania. I membri di spicco sono Nicolino Grande Aracri (1959), detto Il professore o Mano di gomma, capobastone arrestato con dote di “Crimine internazionale” ricevuta da Antonio Pelle e referente per il crotonese succeduto ad Antonio Ciampà, nonché capo crimine della Calabria centro-settentrionale.

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