Pubblicato su “bologna.repubblica.it” il 16/06/2020

C’è anche un oste di via Petroni, a Bologna, tra i destinatari delle misure cautelari eseguite stamattina dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Aquarius” nei confronti di nove persone (sei in carcere e tre agli arresti domiciliari) ritenute responsabili, a vario di titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Una delle persone finite ai domiciliari è infatti Cristiano Saccà. Operatore sociosanitario in una struttura per anziani e titolare di un bar, il Caffè Petroni, Saccà è accusato di spaccio in zona universitaria. L’arresto è stato effettuato a Bologna. Il bar non è stato sequestrato, perchè nel corso delle indagini non è stata mai riscontrata l’attività di spaccio all’interno del locale.
Ben cento carabinieri sono stati impegnati dalle prime ore dell’alba di oggi nel dare esecuzione alle nove misure cautelari e a dodici perquisizioni tra le province di Bologna, Firenze, Reggio Calabria, Messina e Viterbo per traffico di stupefacenti. Al centro delle indagini, sviluppate dal comando provinciale dell’arma di Bologna e coordinate dalla procura del capoluogo emiliano, c’era una “ramificata associazione di soggetti calabresi attivi nell’importazione di rilevanti quantitativi di droga destinati al mercato emiliano e toscano”, soprattutto cocaina, provenienti dal Sudamerica. Si tratta di persone vicine “ad alcuni dei più noti casati della ‘ndrangheta calabrese”, specificano i carabinieri.Le indagini hanno tra l’altro consentito di “documentare struttura ed assetti organizzativi interni della consorteria – articolata su una base logistico-operativa principale a Bologna ed una cellula distaccata strategicamente posizionata in un tranquillo paese della provincia di Firenze –  oltre all’utilizzo da parte degli indagati dei più moderni dispositivi di comunicazione, resi disponibili da qualificati contatti di matrice albanese”.

Un autonoleggio di via del Lavoro, effettivamente funzionante ma soprattutto attività di copertura: ecco la “sede operativa” dell’organizzazione specializzata nel traffico di droga che i carabinieri hanno smantellato stamattina. Bologna era dunque “crocevia e base logistica della banda”, spiega il comandante provinciale dei carabinieri, Pierluigi Sollazzo. “Con questa indagine dimostriamo che anche la coca che arriva a Bologna passa per le mani della ‘ndrangheta”, aggiunge il comandante del nucleo investigativo, Diego Polio.

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