COLPISCE duro anche nella profonda provincia bolognese l’ ultima inchiesta anti-camorra coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, l’operazione “Aquila reale”, che ha scandagliato le attività economiche e di copertura del clan Mallardo, «egemone nell’area di Giugliano in Campania e con importanti propaggini in Emilia Romagna». Un’ impresa edile di Crevalcore sotto sequestro, la De. Ca. costruzioni srl. Due camion bloccati dalle ganasce. Terrenie appartamenti con i sigilli, cantieri bloccati.

All’alba piombano nel paese della Bassa i finanzieri del Gico di Roma, con un’ ordinanza che in 356 pagine racconta di reti di prestanome e società paravento, patrimoni e portafogli da aggredire, pentiti credibili. Abita e lavora qui – «uno che si spacca la schiena al lavoro da mattina a sera», si commenta nei bar – l’imprenditore edile portato via in manette, già arrestato tempo fa nell’ambito dell’inchiesta madre e liberato dal Riesame. Si chiama Gennaro Antonio Delle Cave, è originario di Afragola, ha appena compiuto 40 anni.

Lo accusano di concorso esterno nell’associazione camorristica sotto tiro. «Pur non essendo stabilmente inserito nel clan Mallardo, operava sistematicamente con Giovanni Dell’Aquila – alias “Peppe ‘o ciuccio” – effettuando investimenti nel settore edilizio e immobiliare nelle province di Ferrara e Bologna e riusciva a ottenere ingenti profitti e a porsi in una posizione privilegiata rispetto ad altri operatori, fornendo uno specifico e concreto contributo al rafforzamento» dei camorristi agevolati, scrivono gli investigatori. In particolare si sarebbe adoperato anche per «eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale», in modo da mettere al riparo i sodali da sequestri e confische. E avrebbe accettato di intestarsi fittiziamente, in tandem con lo moglie Giulia, la De. Ca. costruzioni srl. All’impresa edile di Crevalcore, ora affidata a un custode giudiziario, sono apposti i sigilli.

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