Pubblicato il 4 ottobre 2017 su Il Tirreno.

La Dia ha bloccato beni per un milione e mezzo di euro intestati a un imprenditore cinese di 38 anni. Per giustificare il suo tenore di vita ha mostrato le ricevute di vincite alle slot machine. Nel 2001 si vantava di poter guadagnare 400 milioni di lire in un anno coi permessi di soggiorno a pagamento, poi si “pentì”

PRATO. «Se le cose vanno per il verso giusto, alla fine dell’anno avrò guadagnato 400 milioni di lire e verrò a prenderti in Porsche» diceva al telefono il 21 maggio 2001, intercettato dalla guardia di finanza, l’allora ventitreenne Cai Yunwu parlando con la fidanzata. Le sue speranze andarono in fumo perché fu arrestato nella prima inchiesta del sostituto Ettore Squillace sui permessi di soggiorno a pagamento. Sedici anni dopo sembra avercela fatta a mettere insieme il gruzzolo agognato, ma ora rischia di dover ripartite da capo, perché la Direzione investigativa antimafia gli ha sequestrato ieri, 4 ottobre, beni per un milione e mezzo di euro, tra cui una villetta in via Domenico Coppi a Tavola, una Mercedes Cla 200, una Range Rover Evoque e un Fiat Doblò, oltre alle partecipazioni in due società e numerosi conti correnti.
Quella applicata al trentottenne Cai Yunwu è una misura di prevenzione patrimoniale finalizzata alla confisca e giustificata dalla sproporzione tra i redditi dichiarati dall’imprenditore cinese e i beni posseduti. Spiega una nota della Dia che il reddito familiare dichiarato è sempre stato esiguo e quello personale spesso è risultato pari a zero. Come fa uno che non guadagna nulla a comprare la villetta di via Coppi, la Mercedes e la Range Rover? Di fronte alle contestazioni degli investigatori Cai Yunwu, non aveno altre carte da giocare, ha esibito alcune ricevute di vincite per alcune decine di migliaia di euro alle slot machines, ma il Tribunale presieduto dal giudice Silvio De Luca non le ha giudicate sufficienti per giustificare il suo tenore di vita, e così è scattato il sequestro.

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