di Marco Omizzolo. Pubblicato su tempi-moderni.net il 15 febbraio 2019.

stato presentato il giorno di San Valentino il sesto rapporto Agromafie di Eurispes e Coldiretti. In una sala piena di ministri, magistrati e forze dell’ordine, si sono alternate le riflessioni, moderate dal dott. Caselli, degli esperti e di alcuni rappresentanti della politica. Tra questi ultimi anche il Ministero Salvini, che ha forse imparato qualcosa dalle relazioni di personalità da decenni impegnate su questo fronte delicatissimo. Almeno questa è la speranza. Lui che col suo decreto ha incentivato il caporalato e lo sfruttamento lavorativo, interviene in una assise in cui si immaginano invece proposte contro le agromafie.

Il “suo” decreto costituisce un favore ai caporali italiani e stranieri, ai padroni e padrini di questo Paese, ai padroni della GDO e dei Grandi Mercati Ortofrutticoli, a partire da quelli di Fondi (LT), Milano e Vittoria. Non è più una supposizione o il frutto di un’analisi sul testo. Sono decine le inchieste, giornalistiche e della Magistratura, che dimostrano il legame tra gli effetti del decreto Sicurezza e lo sfruttamento lavorativo che vede nell’ex richiedente asilo la parte soccombente di un rapporto di forza mafioso fondato sulla prevaricazione in ragione dello stato di bisogno e fragilità del primo.

Una vergognosa condizione di legittimazione dello sfruttamento in un sistema criminale complesso che della mortificazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, nonché dell’ambiente e della cittadinanza, ha fatto da anni il suo tratto caratterizzante. Proprio il Ministero Salvini, eletto in quel di Rosarno, in Calabria, territorio in cui domina tra gli altri il clan Pesce-Bellocco, dovrebbe mettere in campo una strategia contro le mafie innovativa, avanzata, articolata per combattere seriamente questo fenomeno? Al di là delle dichiarazioni roboanti, in realtà, politiche di contrasto reali a questo fenomeno non se ne vedono.

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