Pubblicato su Il Post il 15 aprile 2018.

Un re ha revocato le maledizioni che vincolano le ragazze ridotte alla schiavitù sessuale, e ci sono già state conseguenze (anche in Italia).

Lo scorso 9 marzo Ewuare II – sovrano di uno stato del sud della Nigeria e massima autorità religiosa locale, conosciuta anche come “oba” – ha celebrato un rito contro chiunque promuovesse l’immigrazione illegale nei suoi territori. In questo modo, Ewuare II ha eliminato i riti voodoo che vincolavano alla schiavitù sessuale le donne vittime della tratta di esseri umani in altri paesi: è stato un evento descritto come fondamentale e positivo dalle associazioni che si occupano di tutelare e assistere le donne vittime dello sfruttamento sessuale, e che sta già avendo delle conseguenze, anche in Italia.

Stefania Massucci, coordinatrice del servizio di identificazione e Referral di On the Road, associazione accreditata a livello internazionale che si occupa di diritti umani e civili in Abruzzo, Marche e Molise, ha raccontato al Post che «all’interno delle reti dello sfruttamento, per come si sono evolute nel tempo, il giuramento sciamanico era diventato l’unico modo affinché le ragazze mantenessero la fedeltà all’impegno preso». Massucci ha spiegato che «qualche anno fa, quando dalla rete anti-tratta non veniva ancora utilizzato il sistema dell’accoglienza e quando la rete stessa si esponeva di più al rischio portando ad esempio fisicamente in aereo le ragazze in Europa con documenti falsi, le ragazze vivevano una vera e propria condizione di schiavitù. In quel caso il rito c’era e assoggettava alla volontà degli sfruttatori, ma c’era anche una condizione quotidiana di riduzione in schiavitù».

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Se vuoi approfondire, scarica il dossier sulle mafie straniere qui. Alle pagine 13 e 14 riportiamo il racconto di una vittima della tratta.