di Giovanni Tizian. Pubblicato su L’Espresso il 10 aprile 2017.

Il parlamentare avrebbe fatto pressioni sulle istituzioni per agevolare un’impresa modenese, sospettata di complicità con i clan. Due i reati contestati: rivelazione di segreti e minaccia. La vicenda nasce da un filone dell’inchiesta Aemilia sulla ‘ndrangheta emiliana.

L’ultima crociata del senatore Carlo Giovanardi sarà, forse, la più difficile da affrontare. Dovrà infatti difendersi dalle pesanti accuse che gli contestano i magistrati di Bologna. L’attuale membro della commissione antimafia – già ministro e sottosegretario berlusconiano – è indagato per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e minaccia o violenza a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato. Il tutto con l’aggravante di aver rafforzato l’associazione mafiosa, agevolandola. In questo caso specifico, l’associazione, risponde al nome di ‘ndrangheta emiliana.

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