Di Giuseppe Baldessarro, pubblicato su “La Repubblica” il 10/12/2020

Sono stati condannati ad oltre 120 anni di carcere complessivi le dieci persone arrestate a ottobre 2019 ritenute legate alla camorra che si erano infiltrate nel tessuto economico e sociale della Riviera romagnola. Processati con rito abbreviato, la giudice Grazia Nart ha inflitto loro pene che vanno dai 5 ai 20 anni di reclusione. La condanna più pesante, a 20 anni di reclusione, è stata inflitta a Ciro Contini, camorrista legato allo storico clan del quartiere San Carlo all’Arena di Napoli. Pene per 16 anni ai suoi luogotenenti Armando Savorra e Cosimo Nicolì.

Secondo l’indagine coordinata dal Pm Marco Forte della Dda di Bologna, Ciro Contini era arrivato a Rimini da qualche tempo e aveva già iniziato la scalata per il controllo di alcune attività economiche affrontando a muso duro un altro gruppo criminale campano, i Romaniello, già presente in città da anni. Per mesi lui e i suoi uomini si erano fatti largo a suon di rapine ed estorsioni. In Riviera avevano anche investito in società di autonoleggio e non erano mancati gli scontri con i rivali a cui stavano sottraendo terreno. L’aspirante boss della Romagna usava marchiare a vita le sue vittime facendo frantumare loro le mani a martellate ed era pronto a innescare una vera e propria guerra di camorra pur di accaparrarsi la piazza romagnola.

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