di Gabriele Franzini. Pubblicato su Reggionline il 28 maggio 2018.

La Direzione distrettuale antimafia ha chiesto al tribunale reggiano la sua rimozione. Nell’aprile 2016 consegnò a Carmine Sarcone le chiavi di un capannone sequestrato e usato per nascondere soldi e documenti

REGGIO EMILIA – Una vicenda che ha dell’incredibile coinvolge uno dei più noti commercialisti reggiani, Franco Cadoppi. Titolare di un affermato studio, Cadoppi è da molti anni uno dei professionisti più apprezzati a palazzo di giustizia. E’ stato commissario giudiziale di importanti aziende in crisi come lo scatolificio La Veggia, il gruppo ceramico Rondine e Kerself. Dal settembre del 2014, è amministratore giudiziario delle società sequestrate alla famiglia Sarcone su richiesta della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna ha chiesto al tribunale di Reggio Emilia la sua rimozione dall’incarico. Quando nell’autunno scorso la squadra mobile reggiana si presentò a Ghiardo per perquisire la sede di una delle società affidate a Cadoppi, la Sarcia srl, si accorse che il capannone era ancora nella disponibilità dei Sarcone. Ascoltato dagli inquirenti il 15 gennaio scorso, l’amministratore giudiziario ha spiegato di essere stato lui a consegnare copia delle chiavi a Carmine Sarcone, fratello di Nicolino e Gianlugi. Nella primavera del 2016 la difesa dei Sarcone gli aveva chiesto di poter visionare dei documenti che Cadoppi aveva già consultato. “Non temevo che potessero esserci sottrazioni o alterazioni – ha messo a verbale il commercialista – di conseguenza non avevo avuto alcun problema a consegnargli le chiavi”.

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