di Pierluigi Mele. Pubblicato su rainews.it il 10 dicembre 2022.

La mafia nigeriana è molto presente in Italia. Preoccupa l’alleanza con cinesi e albanesi. Affrontiamo la questione con il criminologo Vincenzo Musacchio.

Come possiamo definire la mafia nigeriana?
A differenza di quanto si possa pensare a un primo impatto la mafia nigeriana nasce elitaria. Composta principalmente da persone con un elevato grado d’istruzione. Si sviluppa nelle Università africane e poi si diffonde in tutto il mondo. Si occupa principalmente di traffico di stupefacenti, accattonaggio, prostituzione, traffico di esseri e organi umani, sfruttamento del lavoro. È composta di cosche collegate spesso a un vertice unico. Per alcuni aspetti è assimilabile alla mafia foggiana o alla camorra.

Quali sono i gruppi presenti in Italia?
I gruppi attivi, in Italia, sono: “Black Axe”, “Vikings”, “Supreme Eye Confraternity” e “Maphite”. Operano solitamente secondo vere e proprie strutture gerarchizzate, con i capi e via a scendere, fino ai semplici soldati. Hanno regole molto rigide, per alcuni aspetti simili alla ndrangheta, fondate sul vincolo associativo, sull’omertà da essa derivante, sul timore infuso negli adepti anche mediate riti tribali antichi. Gli ndranghetisti sono legati da vincoli di sangue, i nigeriani invece per riti tribali e religiosi. Chi tradisce solitamente paga con la propria vita o con quella dei propri familiari. In Italia, i gruppi criminali nigeriani ormai hanno stabilito sodalizi con tutte le mafie locali (ndrangheta, camorra, mafia siciliana, mafie pugliesi).

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