Di vincenzo Musacchio, pubblicato su “Antimafia 2000” il 27.07.2019

Nell’Unione europea sono attive circa quattromila organizzazioni criminali di stampo mafioso. Le più potenti militarmente ed economicamente sono quelle italiane. Esse diventano più pericolose poiché sono sempre più collegate tra di loro e unite da obiettivi comuni quali i profitti di natura economica. Queste organizzazioni sono attive in Europa soprattutto nel campo del commercio internazionale, del trasporto globale, nella comunicazione mobile e nei settori dei media, internet compreso, generando una vera e propria rete criminale organizzata. Le nuove mafie hanno compreso che cooperare tra di loro conviene. Le autorità di contrasto al crimine organizzato dell’Unione europea, di contro, non sono preparate per affrontare questa nuova emergenza. Europol, descrive la presenza della criminalità organizzata italiana in Europa come in crescente aumento e più potente rispetto all’ultimo quinquennio. La pervasività delle nostre mafie sta crescendo vertiginosamente in Spagna, in Bulgaria, in Gran Bretagna, in Germania, in Austria, in Svizzera e in Portogallo. I nuovi gruppi criminali sono particolarmente attivi in molteplici attività delittuose: droga (cocaina, cannabis, droghe sintetiche ed eroina), traffico di esseri umani, traffico di organi e di armi nonché in una serie di operazioni di natura economica che hanno a che fare con le sovvenzioni e gli aiuti comunitari ai vari Stati membri dell’Unione europea. Nell’ultimo decennio le nostra mafie si sono specializzate proprio in frodi comunitarie, reati finanziari e commerciali e spesso utilizzano tecniche talmente sofisticate, come la contraffazione di beni e prodotti di tutti tipi, da essere difficilmente scoperte. Sono abili nei crimini informatici e ovviamente nel riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali al punto tale che gli organismi comunitari di lotta al crimine organizzato non riescono a frenarne la pervasività. Chi studia i fenomeni mafiosi sa che le mafie hanno la tendenza ad ampliare il loro raggio di azione verso nuovi settori economici con attività sempre più redditizie.

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