di Alessia Candito. Pubblicato su La Repubblica il 18 luglio 2019.

Maxi operazione internazionale della polizia contro le cosche che lavoravano tra l’Italia e il continente nordamericano. Fermati uomini del clan Muja.

Sono fra i pionieri della colonizzazione mafiosa del Canada, ma non hanno mai rinunciato alla loro casa madre di Siderno, in passato difesa anche al prezzo di una sanguinosa faida. Quattordici persone del clan Muja, espressione del potente casato mafioso dei Commisso di Siderno, sono state fermate dagli agenti dello Sco e della Squadra Mobile di Reggio Calabria per ordine del procuratore capo della città calabrese dello Stretto, Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Giuseppe Lombardo, nell’ambito di un’operazione antimafia internazionale, gestita in collaborazione con le autorità canadesi. Per i fermati, le accuse sono a vario titolo di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale.

Al centro dell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Lombardo e dai pm Simona Ferraiuolo e Giovanni Calamita, le proiezioni territoriali e internazionali del clan Commisso e delle famiglie direttamente collegate. Si tratta di un clan storico, che ha scritto di proprio pugno pagine importanti della storia della ‘Ndrangheta. Sono stati loro infatti i primi a mettere radici oltreoceano e pionieri nel settore del narcotraffico internazionale, ma in più di mezzo secolo non hanno però mai perso i rapporti con la casa madre.

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