di Luca Donigaglia. Pubblicato su DIRE il 28 giugno 2018.

ROMA – “La gran parte delle infiltrazioni e del radicamento delle organizzazioni mafiose nel tessuto economico non si è concretizzata per responsabilità del sistema pubblico, degli enti locali. La requisitoria dei pm al processo Aemilia lo dice molto chiaramente: le mafie entrano nel nostro tessuto economico perché chiamate dai privati“. Lo segnala l’assessore alla Legalità dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, parlandone oggi a un convegno a tema nella sede della Regione, in viale Aldo Moro, promosso insieme con l’Anci regionale, nella cornice del Testo unico per la legalità adottato dalla Regione Emilia-Romagna in questo mandato.

“C’è una responsabilità del mondo economico privato”

Nella sala Fanti si discute di gestione dei beni confiscati col prefetto Ennio Mario Sodano, che dirige l’Agenzia nazionale che se ne occupa, ma anche di edilizia, appalti e legalità così come di criminalità ambientale, insieme con vari ospiti tra esperti, rappresentanti delle forze dell’ordine e sindacalisti. Dunque, come emerso tra le pieghe di Aemilia, puntualizza Mezzetti, “c’è una responsabilità del mondo economico privato, che in un periodo di dura crisi ha pensato di poter fruire di imprese e personaggi che potevano abbattere i costi e rendere più competitive le stesse ditte nostrane, che invece alla fine sono state fagocitate”.

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