Di Andrea Giambartolomei, pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 19.04.2019

Non è certo che abbia aiutato consapevolmente alcuni ‘ndranghetisti a entrare in contatto con la Juventus. Per questo dovrà subire un nuovo processo d’appello Fabio Germani, l’ex ultras della Juventus che era stato condannato dalla Corte d’appello di Torino per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito del processo Alto Piemonte, che giovedì è approdato in Cassazione dove i giudici hanno approvato in gran parte la sentenza di secondo grado. Diventano così definitive le condanne per associazione mafiosa di Saverio Dominello e suo figlio Rocco, esponenti della cosca PesceBellocco che erano riusciti a inserirsi nel giro del bagarinaggio dei biglietti della Juventus. Padre e figlio dovranno però essere processati di nuovo per un solo episodio, un tentato omicidio, in base al quale dovrà essere calcolata la durata della loro pena. I giudici del “Palazzaccio” hanno così messo una prima parola definitiva su una vicenda che ha rivelato l’interesse della criminalità organizzata nella gestione della Curva Sud dello Juventus Stadium, con Dominello junior a fare da garante della pace tra gruppi ultras, utilizzati della ‘ndrangheta per fare pressioni sulla Juventus e per garantirsi il giro d’affari alimentato dai biglietti.

In mattinata il sostituto procuratore generale aveva chiesto alla corte di dichiarare inammissibili undici ricorsi contro la sentenza della prima sezione penale della Corte d’appello di Torino. Secondo il pg l’unico ricorso da accogliere era quello firmato dall’avvocato Michele Galasso per Germani. Quest’ultimo era stato ritenuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa, ragione per cui era stato condannato a quattro anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione. “Egli è pienamente consapevole di favorire l’infiltrazione ‘ndranghetistica nel predetto settore – scrivevano i giudici dell’appello -. È consapevole che l’azione di Dominello favorirà i profitti della ‘ndrangheta piemontese”.
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