Pubblicato su mafianeindanke.de il 15 maggio 2020.

Nel numero 31 del 1977 la rivista Der Spiegel si faceva beffa dell’Italia mettendo in copertina un piatto di spaghetti “conditi” con una pistola. Quasi 45 anni dopo il problema della criminalità organizzata è diventato globale ma molti tedeschi fanno ancora finta di non vedere. Ecco come la ‘ndrangheta ha conquistato la Germania.

“E tu ricordati una cosa. Il mondo si divide in due: ciò che è Calabria e ciò che lo diventerà”.

In queste parole, tratte da un’intercettazione tra due affiliati di ‘ndrangheta, traspare la volontà di conquista dell’associazione di stampo mafioso attualmente più attiva e pericolosa in Europa. Una conquista lenta ma inesorabile, iniziata nel lontano secondo dopoguerra sfruttando gli strumenti legali di scambio di manodopera tra la Repubblica Federale Tedesca e l’Italia. La ‘ndrangheta ha di fatto avviato una conquista a “macchia di leopardo”, dettata in un primo momento dai flussi migratori e, solo in seguito, richiamata da interessi economici. L’espansione mafiosa in Germania ha pertanto una lunga storia che affonda le proprie radici nella seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Nonostante questo, però, l’attenzione dell’opinione pubblica e gli studi sul fenomeno sono molto più recenti. Le organizzazioni mafiose italiane all’estero tendono a muoversi con cautela, facendo il meno rumore possibile e restando lontane dagli occhi indiscreti del pubblico. Questo “mimetismo” rende alquanto complesso il lavoro di chi studia il fenomeno e ancora più difficile è sensibilizzare la società civile riguardo la presenza di un’organizzazione che viene da molti ritenuta inesistente e che di fatto è invisibile ai più, perché lavora nel buio e nel silenzio, sfruttando l’impreparazione dei paesi in cui si inserisce.

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