Di Valentina Reggiani, pubblicato su ilrestodelcarlino.it il 21 gennaio 2020.

Reso noto il rapporto della Dia sui primi sei mesi del 2019: tra le misure più efficaci per il contrasto ci sono ’white list’ e interdittive.

Mafie nostrane e straniere continuano a prendere di mira e a spartirsi il nostro territorio, a volte arrivando a ‘stringersi la mano’. Tra le ragioni, anche la continua crescita economica dell’Emilia Romagna: una terra di investimenti, insomma, per le organizzazioni criminali. Da una parte c’è la presenza, costante nella nostra provincia come in quelle di Reggio Emilia, Parma e Piacenza – come dimostrano gli ultimi processi – dei cutresi Grande Aracri con la profonda infiltrazione del sodalizio nel tessuto economico, sociale e amministrativo delle citate province. Ma è forte ancora l’influenza avvertita nella nostra provincia del clan dei Casalesi così come quella di mafie straniere, in particolare la criminalità nigeriana e, sempre più in espansione, quella albanese che si spartiscono gli affari tra prostituzione e droga. E’ quanto emerge dal report della Dia e relativo al primo semestre del 2019.

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