Di Paolo Bonacini, pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 05/10/2020

“Si guadagna anche mille euro al giorno” diceva due anni fa Salvatore Innocenti, uno dei primi quattro arrestati dell’operazione Billions, coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Giacomo Forte. Le migliaia di euro scoperte dalla Guardia di finanza e dalla Polizia sono diventate centinaia di milioni, gli indagati sono saliti a 201 e per 51 di loro il gip Luca Ramponi ha firmato provvedimenti restrittivi che vanno dall’arresto in carcere all’obbligo di firma. Una organizzazione specializzata in reati tributari e frodi fiscali e bancarie, dedita al riciclaggio e all’emissione di fatture da parte di società fantasma per operazioni inesistenti.

Impressionante la quantità di denaro contante ritrovato, tantissimi pacchi di banconote da 50 e 100 euro nascosti anche in cucina sotto il forno. Impressionanti il volume d’affari (24 milioni di sola Iva evasa), la diffusione geografica (14 regioni su 20 in Italia e affari anche all’estero), la capacità di mascheramento attraverso prestanome incensurati. Con la ciliegina sulla torta di stimate imprese colluse disposte a chiudere un occhio e anche due in cambio di fatture false per abbattere il debito d’imposta. Su questo fronte deve rispondere di frode fiscale Francesco Veroni, amministratore della omonima F.lli Veroni fu Angelo Spa, rinomata impresa della provincia che lavora carni e produce salumi con un fatturato di 99 milioni (2018) ed oltre 170 dipendenti. Secondo gli atti, tra il 2012 e il 2015 la F.lli Veroni ha ricevuto fatture per oltre 100mila euro dalla IPS srl, una società cartiera dell’organizzazione, evasore totale negli anni 2016 e 2017, priva di sedi operative e depositata presso lo studio di un commercialista a Roma. La frode fiscale è contestata anche a Gianluca Maestri, imprenditore di Luzzara (Reggio Emilia) che con la sua azienda edile Gi Emme ha ottenuto molti appalti pubblici nei comuni reggiani e modenesi tra la via Emilia e il Po. Nelle opere di ricostruzione post terremoto tra il 2013 e il 2014 ha ricevuto l’affidamento di sette cantieri per un importo complessivo di 1,23 milioni di euro. La sua società riceveva le false fatture dalla Gasp srl di Giuseppe Aloi, nato in Germania ma residente a Cavriago (RE), già condannato sempre per frodi fiscali a 6 anni e 6 mesi nel primo grado del processo di ‘ndrangheta Aemilia.

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