di Riccardo Aulico. Pubblicato il 7 dicembre 2018 su 31mag.it.

Abbiamo parlato con il presidente dell’organizzazione anti-mafia in Germania a proposito dell’operazione Pollino.

L’operazione Pollino, considerata ad oggi la più grande all’estero contro la ‘ndrangheta, ha avuto il suo cuore nel Benelux e in Germania.

“Per me che la ‘ndrangheta fosse in Germania non è una notizia. Ma questa operazione è il segnale che qualcosa negli ultimi tempi si è mosso. Prima raid di queste dimensioni avevano cadenza molto irregolare mentre di recente sono aumentati in maniera sostanziale. Certamente è un buon segno”, dice al telefono Sandro Mattioli, giornalista italo-tedesco, contattato da 31mag.

Mattioli è il volto internazionale della lotta alle organizzazioni criminali italiane all’estero e con la sua associazione Mafia? Nein Danke! costituita a partire da un’idea della parlamentare Laura Garavini, si occupa dal 2010 di studiare il fenomeno mafioso italiano in Germania e di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni.

Sandro Mattioli, qual è l’importanza di questa operazione nell’orizzonte della lotta alla criminalità organizzata italiana in Europa?

Ciò che ha colpito maggiormente è che in manette non sono finiti solo italiani ma anche cittadini di altre nazionalità. In Germania sono stati arrestati criminali afferenti alla mafia turca e albanese, a conferma che la rete della ‘ndrangheta si è espansa. Questi arresti mostrano -inoltre- che la mafia opera in diversi paesi, muovendosi tra Germania, Olanda e Belgio, come se si muovesse nello stesso territorio. Per questo l’attività nazionale non può più funzionare.

Nella nostra intervista dello scorso anno, sottolineavi come i 5 milioni sequestrati alle mafie in Germania siano, in realtà, nulla rispetto al patrimonio dell’organizzazione. Nel corso dell’operazione Pollino, sono stati sequestrati appena due milioni in beni e asset: la tua tesi è confermata?

Per renderti conto del volume di affari, solo nel 2017 sono state confiscate in Germania 7 tonnellate di cocaina. Non tutta la droga è della ‘ndrangheta ma il valore commerciale di quei sequestri è di circa 2 miliardi di euro. Se consideriamo che le forze dell’ordine intercettano solo una minima parte dei carichi possiamo concludere che i 2 milioni confiscati ieri rappresentano si un miglioramento ma pur sempre una cifra modesta.

Per continuare a leggere, clicca qui.