Operazione della Procura di Potenza contro il gioco d’azzardo: i clan Grande Aracri e Martorano-Stefanutti guadagnavano 600 milioni all’anno. In provincia 5 bar perquisiti e 4 arresti. Il quinto in manette in Calabria. Obbligo di firma per un sesto reggiano di Casalgrande

REGGIO EMILIA – Anche la nostra città è stata toccata dall’operazione Ndrangames, inchiesta della procura di Potenza che ha portato a una misura di custodia cautelare in carcere, 11 arresti domiciliari, 7 obblighi di dimora e il sequestro preventivo di sette società. Gli indagati sono complessivamente 200, i reati ipotizzati, a vario titolo, sono di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata e raccolta dei proventi illeciti del gioco illegale on line attraverso strumenti informatici e telematici. Inoltre, i carabinieri hanno sequestrato macchine da gioco e videoslot in circa 200 esercizi pubblici in ogni regione a eccezione del Trentino Alto Adige.

A Reggio Emilia sono stati quattro gli arrestati in provincia (tutti ai domiciliari), più uno residente a Casalgrande (Zeno Timpani, 29 anni) ma finito in manette in Calabria. Si tratta di Apostolos Nikolakakis, greco di 62 anni, residente a Castellarano; Antonio Glorio, casertano di 25 anni anch’egli residente a Castellarano; Indrit Zeqiri, albanese di 22 anni, residente a Casalgrande; Yongli Zhang, cinese di 37 anni pure lui residente a Casalgrande. Obbligo di firma, invece, per Rocco Guida, 35 anni e anch’egli residente a Casalgrande.

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